L’EDITORIALE
DI STEFANO CUZZILLA, PRESIDENTE FEDERMANAGER
Chi ha realizzato il primo dipinto astratto della storia dell’arte? L’autore era una donna, si chiamava Hilma af Klint ed era svedese.
Alla fine dell’Ottocento, è stata dunque una pittrice a dare forma a ciò che apparentemente non la possiede, a disegnare l’invisibile agli occhi.
Nel suo testamento af Klint ha vietato l’esposizione dei dipinti per almeno vent’anni dalla sua morte. Per questo, si potrà pensare, è un’artista meno nota di altri, che abbiamo scoperto in ritardo nonostante la produzione copiosissima di tele. O, piuttosto, si potrà ritenere che siano ben altre le ragioni che ci hanno fatto soprassedere su questo genio femminile.
L’esempio di af Kilnt però testimonia bene una caratteristica che appartiene alle donne più di quanto non si riconosca: la capacità di visione e di precorrere le tendenze del nostro tempo, nell’arte come nell’impresa.
Scrivo queste poche righe nel giorno in cui - e sono dati dell’Unione europea – le donne iniziano a lavorare gratis. Mi spiego meglio: il salary gap che colpisce le cittadine europee fa guadagnare loro il 16,2% in meno rispetto ai colleghi uomini, circa 60 giorni di stipendio.
Ovviamente questa condizione di disparità deve essere superata dall’adozione di politiche che sensibilizzano la cultura aziendale modificandola in meglio. Premiare il merito al femminile è un modo valido per farlo. Sostenere la leadership femminile in azienda è un obiettivo preciso di Federmanager.
Nell’intervento che terrò il prossimo 15 novembre a Milano avrò modo di ribadire un messaggio lineare: più donne nel mercato del lavoro significa più produttività per le imprese e più tenuta del patto sociale.
Porterò, se possibile, anche delle soluzioni per costruire pari opportunità nel mondo del lavoro sfruttando a pieno le potenzialità delle nuove tecnologie. Molte di queste soluzioni sono emerse dal nostro recente studio intitolato “L’altra dimensione del management. Il valore aggiunto delle donne tra impresa, famiglia e società”, a cui hanno partecipato centinaia di donne manager, italiane e straniere. Si tratta di welfare, di smart-working, di strumenti digitali in funzione di inclusione.
Si tratta di un cambio di mentalità ormai indispensabile per innovare. E innovazione è la parola che tutti noi utilizzeremmo istintivamente se ci fermassimo a guardare a uno dei quadri del primo astrattismo.